Perchè EkaBank
Surplus e credito
La capacità di produrre stabilmente e conservare un surplus di beni indispensabili alla sopravvivenza ha consentito a parte della popolazione di dedicarsi ad altre attività.
La divisione del lavoro ha favorito la specializzazione da cui deriva l'aumento generale della capacità produttiva e la possibilità di produrre surplus di altri beni.1
Finché i surplus restano sotto il controllo di chi li produce, la differenza di condizioni materiali fra gli esseri umani dipende esclusivamente dalla loro capacità produttiva e con la socializzazione del lavoro la differenza tende al minimo.
Se invece i surplus sono sottratti a chi li produce, essi si concentrano a favore di una minoranza e la differenza di condizioni materiali fra la popolazione tende al massimo.
Per accumulare più ricchezza, la minoranza che controlla i surplus tende ad aumentarli.
L'unico modo che la minoranza può adottare per aumentare i surplus a proprio favore è sottrarne il più possibile a chi li produce sfruttando il lavoro produttivo.
Fino a quando l'impiego dei surplus accumulati consente di ottenere ulteriori surplus, la minoranza che li detiene tende ad aumentare la produzione.
Quando, per effetto dell'aumento della capacità produttiva e del surplus sottratto a chi lo produce, la quantità di beni prodotti supera la capacità d'acquisto dei produttori, una parte sempre più grande di surplus accumulati non è più impiegata nella produzione ma prestata alla maggioranza priva di surplus per sostenere i consumi.
Ma, consumando più di quanto riceve per la sua attività lavorativa, ad un certo punto la maggioranza non riesce più a rimborsare i prestiti che diventano perciò inesigibili.2
Allora, si interrompono i prestiti, si riducono i consumi e di conseguenza la produzione ed i nuovi surplus, mentre i surplus accumulati in precedenza e non impiegati nella produzione sono scambiati fra di loro per formare le cosiddette bolle speculative, con le quali si ottiene un surplus apparente e privo di valore reale.3
Implosione
Ad un certo punto, la maggioranza della popolazione, pur avendo acquisito la capacità di produrre abbastanza per vivere e svilupparsi, non riesce più a soddisfare nemmeno i propri bisogni essenziali ed è costretta ad intervenire per far ridistribuire la ricchezza da chi ne ha di più a chi ne ha di meno o non ne ha.
L'effetto spontaneo dell'azione della maggioranza è la tendenza all'implosione della minoranza che controlla la maggior parte della ricchezza.
Chi ha di più percepisce questa tendenza e cerca di frenarla sottraendo ricchezza agli altri detentori di surplus per ottenere la massima concentrazione e quindi il massimo accentramento ma così facendo alla fine si trova sempre più isolato da quasi tutta la popolazione.4
Quando la pressione della larga maggioranza provoca l'implosione della minoranza, con la rottura improvvisa delle forme giuridiche, politiche, scientifiche, metafisiche, artistiche, filosofiche e morali (la sovrastrutture ideologica) che hanno consentito la sottrazione dei surplus e la concentrazione della ricchezza, alcuni frammenti di queste forme (le elezioni, il denaro virtuale, la tecnologia ed altre) si proiettano all'interno della minoranza eliminandone per sempre le condizioni oggettive di esistenza.
Con l'implosione della minoranza e l'eliminazione delle relative condizioni materiali, l'intera società si riorganizza e gestisce i nuovi surplus in cooperazione.
Il processo di transizione non è automatico ma deve essere attivato prima che imploda l'intero sistema: quando la larga maggioranza di noi avrà capito da sola come stanno realmente le cose, non ci sarà più bisogno di innescare alcun cambiamento ma quella maggioranza non esisterà più (anche a causa delle guerre) e sarà vissuta inutilmente.
Il cambiamento deve essere innescato prima che il processo di implosione diventi (per isteresi) irreversibile. E l'innesco può essere fatto soltanto utilizzando in modo diverso alcuni mezzi dello stesso sistema che si vuole trasformare.
Uno di questi mezzi è il credito, la linfa vitale dell'economia sviluppata. Con metodi idonei, si possono riportare la finanza ed il credito all'economia reale, a chi produce e consuma beni e servizi che servono per vivere liberi dal bisogno.
Il credito fiduciario senza interessi all'economia reale è uno dei mezzi con i quali si interrompe il processo in corso. In questo modo si libera la produzione da uno dei suoi fattori: la rendita.
Situazione attuale
Consideriamo la situazione reale attuale. Il sistema bancario è tecnicamente insolvente perché ha emesso denaro senza valore per un importo immenso e perché il totale delle perdite derivanti da crediti inesigibili è enormemente superiore al totale dei suoi patrimoni.5
Le banche centrali creano denaro dal nulla: alcune, come la Federal Reserve degli Stati Uniti, lo utilizzano acquistando debito pubblico che non potrà mai essere rimborsato; altre, come la Banca Centrale Europea, lo prestano alle banche commerciali in cambio di garanzie su titoli di debito di stati e banche che non potranno mai essere pagati ma solo continuamente rinnovati.
Le banche commerciali creano denaro con i prestiti: prestano denaro inesistente e lo depositano sui conti dei beneficiari. Il denaro bancario è diventato come una cambiale senza scadenza che il sistema bancario nel suo insieme non pagherà mai.6
Gli stati si sono indebitati per importi che non potranno mai rimborsare e nei confronti dei loro popoli hanno impegni futuri (come le pensioni) che non potranno adempiere.
Le imprese si sono indebitate per compiere investimenti improduttivi (anche in edilizia) e molte famiglie si sono indebitate per acquistare beni e servizi spesso superflui.
Nello stesso tempo, si è formata un'enorme concentrazione di ricchezza sia reale sia apparente a favore di una stretta minoranza della popolazione e l'impoverimento della larga maggioranza.
Sono gli effetti della finanziarizzazione: secondo i dati ufficiali, il capitale produttivo è pari a quattro volte il valore della produzione mondiale annuale, mentre il capitale speculativo (pseudo-capitale) pari a due volte e mezzo quello produttivo. Paradossale.
E mentre la finanza specula su materie prime, prodotti essenziali (cibo, farmaci, etc.) e derivati sempre più complicati, l'economia reale è in crisi e senza credito.
Così, gli stati hanno debiti ed impegni insanabili, le banche hanno perdite incolmabili, le imprese (a parte la manciata di multinazionali che controlla il settanta per cento dell'economia mondiale) sono sotto utilizzate e spesso abbandonate, numerose forze del lavoro sono disoccupate o sottoccupate, cinque persone su sette sono povere ed una su sette non ha abbastanza cibo.
Questo mentre negli Stati Uniti e negli altri paesi occidentali l'uno per cento della popolazione detiene quasi il novantacinque per cento delle risorse economiche.
La situazione è insopportabile, soprattutto per la popolazione più povera. Migliorarla con gli stessi metodi che l'hanno provocata è impossibile, è pura illusione. Certamente non servono proclami e promesse che non potranno mai essere mantenute.7
Ma non bisogna rassegnarsi. L'umanità non merita questa condizione ed ha le capacità di migliorare se stessa. Ci vuole realismo. Da non confondere con il conformismo. Non si può far fronte ai propri bisogni continuando a chiedere ciò che altri vogliono tenere solo per se stessi.
Per decenni, i popoli dei paesi che hanno adottato la produzione industriale sono vissuti sfruttando le risorse ed il lavoro dei paesi con economie più arretrate. Ed hanno vissuto con l'ipocrisia di chi esorta, imbonisce, fa elemosine e moralismi ma fa di tutto per avere sempre più ricchezza.
È una storia con origini antiche. La democratica Atene era costruita sullo schiavismo. E così Roma. E gli Stati Uniti d'America fino al 1865. Ancora oggi, decine di milioni di persone, compresi molti bambini, vivono in condizioni di schiavitù. Anche nei paesi cosiddetti civili.
È questa millenaria ingiustizia la causa fondamentale dell'attuale crisi. Perché «non può essere libero un popolo che opprime un altro popolo». E poiché il sistema bancario non è più in grado di svolgere la sua funzione per l'economia reale, bisogna sostituirlo.
EkaBank
Da questa constatazione nasce EkaBank, un sistema universale di credito sulla fiducia e senza interessi che consente di acquistare quel che occorre per vivere senza sprechi e di produrre con il lavoro ciò che serve nei limiti di sostenibilità della natura.
EkaBank è un'iniziativa onesta e senza trucchi per persone oneste che vogliono vivere senza ingannare e senza farsi ingannare.
Chi ha messo a disposizione di EkaBank il patrimonio iniziale è in assoluta buona fede e non ha alcun fine di lucro. Vuole solo che si esca al più presto dal caos.
Il sistema EkaBank è semplice: i partecipanti (utenti) possono pagare e ricevere prestiti senza interessi nella valuta preferita.
EkaBank funziona come un'unica banca mondiale. Non ha bisogno di riserve perché i prestiti sono del tutto indipendenti dai depositi. Non ha bisogno di clearing house.8
Per evitare qualsiasi tipo di inquinamento od abuso dall'esterno, EkaBank non deve avere alcun rapporto con l'attuale sistema bancario, né in entrata né in uscita, e non deve ricevere né denaro fisico (monete e banconote) né denaro elettronico esterno.
EkaBank presuppone la buona fede ed il buon senso della persona umana, l'idea che ognuno possa prendere coscienza di far parte di un unico insieme nel quale tutti hanno l'obbligo di fare quello che possono e tutti hanno il diritto di sopravvivere e svilupparsi.
Con EkaBank si può avere piena occupazione e soddisfazione dei bisogni essenziali di ogni essere umano anche attraverso forme di solidarietà (la remissione parziale o totale del debito) per chi non può lavorare e produrre.
Chi, non potendo lavorare e non avendo crediti, non è in grado di indicare i termini di rimborso, non può chiedere personalmente un prestito ma può essere aiutato da chi si trova nelle condizioni di farlo. Nessuno deve essere escluso dalla possibilità di vivere dignitosamente.
EkaBank è dunque il mezzo che consente all'umanità di compiere una reale transizione dagli effetti del passato alla costruzione di un nuovo futuro.
I conti EkaBank sono aperti sul sistema di pagamenti KyberPay nella valuta preferita dai singoli utenti e denominati in grammi di platino, affinché in caso di inflazione non si disperda il potere d'acquisto del denaro disponibile sul conto.
Da ogni conto è possibile trasferire denaro in qualsiasi valuta al tasso di cambio del giorno precedente quello in cui è eseguita la singola operazione.
È escluso che il sistema si possa interrompere o sospendere per carenza di liquidità (EkaBank non ha e non può avere debiti) o per qualsiasi altro motivo.
Poiché l'uso di EkaBank con KyberPay richiede l'accesso ad Internet, chi non è in grado di farlo direttamente può farsi registrare e gestire il conto da un altro utente.
EkaBank non è certamente la soluzione ideale e definitiva (meglio sarebbe sostituire la moneta a corso legale - che non ha e non rappresenta più alcun valore reale esistente - con una moneta mondiale del lavoro, interamente garantita da valore reale e con un limite massimo di emissione, da assegnare in parti uguali a tutti gli abitanti del pianeta, ma questa è un'altra storia) e tuttavia è lo strumento più concreto ed efficace che in questo momento storico e con l'attuale mentalità possa essere adottato.
Scopo primario di EkaBank è finanziare idee, progetti, capacità e volontà di realizzarli.
Solo così sarà possibile soddisfare i bisogni di ogni essere umano e coniugare le forze produttive, che mediante la socializzazione del lavoro hanno ormai un sufficiente livello di sviluppo, con la socializzazione dei mezzi di produzione, per produrre per soddisfare bisogni e non per profitto, nei limiti di sostenibilità della biosfera.
EkaBank è lo strumento, transitorio, insufficiente ma necessario, per mettere in pratica la famosa esortazione di Dante: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza.»
Funzionamento
Chi è interessato ad usare EkaBank si registra come utente su www.ekabank.org.
Ad ogni utente EkaBank viene intestato un conto EkaBank su KyberPay.
Con il conto EkaBank si può scambiare denaro (pagare e riscuotere) con altri utenti.
Per pagare con EkaBank bisogna conoscere il numero di conto del beneficiario.
Se il beneficiario non è utente EkaBank, bisogna invitarlo a registrarsi.
Ogni utente EkaBank può ottenere un prestito sulla fiducia e senza interessi.
Nella richiesta di prestito bisogna indicare importo, destinazione e termini di rimborso.
Il prestito concesso viene accreditato sul conto EkaBank del richiedente.
1 Molti beni non sono più prodotti per soddisfare bisogni vitali ma bisogni "indotti", in un meccanismo in cui il produttore di un bene "crea" anche il "bisogno" e per conseguenza la domanda. È il "consumismo". Ciò è servito al capitalismo per svilupparsi, ampliando la gamma dell'offerta di beni di consumo, facendo leva anche sulle mode e sulla psicologia dell'imitazione da un lato e degli "status symbol" dall'altro. Tale meccanismo ha trovato espansione anche nell'ambito dei prodotti finanziari e si è sviluppato, a partire dagli anni ottanta del XX secolo, negli U.S.A. (anche se l'idea è partita da Londra), con il boom dei mutui cosiddetti "subprime" concessi a chi non era in condizione di poterli rimborsare.
2 È quello che si è verificato negli Stati Uniti a partire dagli anni ottanta del XX secolo. Le persone sono state convinte ad ipotecare le loro case (delle quali magari già avevano finito di pagare il mutuo) nella convinzione (indotta) che i prezzi del "mattone" sarebbero saliti a tempo indeterminato; ed anche se le rate di mutuo risultavano particolarmente gravose rispetto al reddito dei mutuatari, ciò in fondo non importava, né ai cittadini (sicuri che il valore dei loro beni avrebbe continuato ad aumentare sempre di più) né alle banche che a loro volta hanno iniziato ad emettere titoli obbligazionari usando come garanzia gli immobili per i quali erano stati concessi i mutui. Ciò ha creato in pochi anni un aumento esponenziale di falsa ricchezza, non supportata né creata dalla produzione ma solamente dalla finanza speculativa (all'epoca si diceva "creativa"), da cui la bolla speculativa immobiliare. A ciò si aggiunga che da quegli anni è stato azzerato tutto quel sistema di pesi e contrappesi che in ambito finanziario era stato creato dopo la grande crisi del 1929: le banche hanno potuto iniziare ad investire il capitale dei risparmiatori in operazioni speculative ad alto rischio; inoltre, l'introduzione delle c.d. "leve finanziarie", degli "Exchange Trade Funds" (ETF) che investivano (ed investono) su repliche di indici di mercato reali, scommettendo sia sulla crescita di tali indici sia sul loro calo (investimenti c.d. "short"); ed infine con l'introduzione dei famigerati "derivati", strumenti finanziari sempre più complessi ed astrusi. Tutto questo ha fatto sì che l'accumulazione di ricchezza fosse sempre più svincolata dalla realtà produttiva, e che il capitale nominale circolante fosse di molto superiore al capitale reale prodotto a livello mondiale. Da qui la crisi di Lehmann Brothers e fino ai giorni nostri.
3 Gli unici a trarre profitto da tale situazione drogata sono coloro che disinvestono prima che la bolla scoppi; però sono proprio tali disinvestimenti a far scoppiare la bolla, innescando il meccanismo del "panic selling": tutti iniziano a vendere furiosamente, il benchmark scende drasticamente, in modo pressoché verticale, e la maggioranza dei risparmiatori si ritrova in un bagno di sangue, trovandosi di colpo ai limiti della soglia della povertà. La prima bolla speculativa della storia si verificò in Olanda nel 1600: tutti iniziarono a comprare bulbi di tulipano (bisogno finanziario indotto), ed il prezzo anche di un solo particolare bulbo arrivò a superare quello di una casa. La bolla crebbe e crebbe fino a quando, al mercato di Amsterdam, un grosso investitore non fu più disposto a pagare tanto denaro per acquistare tale merce. La bolla scoppiò, iniziò il panic selling e moltissimi si ritrovarono sul lastrico.
4 È quello che sta accadendo ora con le classi dirigenti politiche e finanziarie.
5 Il valore nominale della massa finanziaria, in parte accertato dalle stesse istituzioni (come la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea)) ed in parte completamente sommerso ma deducibile dal volume quotidiano delle transazioni internazionali ) è equivalente ad oltre tre milioni di miliardi di dollari, quindi cinquanta volte il PIL mondiale annuale (per il settanta per cento rappresentato da servizi) e superiore addirittura al valore di tutti i beni e le risorse del pianeta.
6 Praticamente, a parte la valanga di regole fatte per renderlo più complicato ed incomprensibile, il funzionamento del sistema monetario è estremamente semplice. La banca centrale controlla la base monetaria (in banconote e moneta digitale) acquistando e vendendo titoli del debito pubblico (Federal Reserve, Bank of England, Bank of Japan, etc.) oppure prestando denaro per un certo tempo alle altre banche dietro garanzia (pegno) di collaterale (obbligazioni di stato o delle stesse banche) cosiddetto eligibile (con almeno un certo rating). In ambedue i casi, quando la banca centrale acquista titoli o presta dietro garanzia di collaterale crea denaro dal nulla e quando vende titoli o riscuote i prestiti lo annulla. Ma poiché gli stati aumentano costantemente i loro debiti, la vendita di titoli e la riscossione dei prestiti avviene contestualmente a nuovi acquisti e nuovi prestiti. Così, la base monetaria è in costante aumento. Le altre banche creano moneta concedendo prestiti che contestualmente formano depositi: quando la banca concede un prestito lo addebita al beneficiario e deposita il denaro creato (con il prestito) su un conto a credito dello stesso beneficiario presso di lei. Il denaro in deposito può essere trasferito da un correntista ad un altro della stessa o di un'altra banca. Se il trasferimento è fra correntisti della stessa banca, un conto viene addebitato ed un altro conto viene accreditato per lo stesso importo. Il denaro resta sulla stessa banca. Per i trasferimenti da una banca all'altra, c'è un sistema di compensazione giornaliero con il quale si conguagliano i debiti-crediti fra le diverse banche utilizzando le riserve dei conti che ogni banca ha presso la banca centrale (per i conguagli nazionali) o presso una clearing house (per i conguagli internazionali). Sia la banca centrale (per i conguagli nazionali) sia la clearing house (per i conguagli internazionali) possono concedere prestiti ad ogni banca dietro garanzia di titoli eligibili (possono essere anche cessioni di garanzie ipotecarie). Secondo la legge USA, la cessione di ipoteca non può superare il 140% del saldo del debito garantito dall'ipoteca. Secondo la legge inglese, non ci sono limiti. Da ciò le cosiddette reipotecazioni, con le quali una banca cede più volte la stessa ipoteca senza limite. In sostanza, volendo, ogni banca riesce a conguagliare i propri debiti nei confronti delle altre banche utilizzando gli stessi prestiti che ha concesso (che rappresentano crediti per la banca che li ha concessi). Il meccanismo ci inceppa quando i prestiti diventano inesigibili.
7 Come accade da ormai troppo tempo.
8 La «Clearing house» è una struttura centralizzata dove confluiscono i contratti di compravendita per titoli o derivati (non trattati nei normali mercati azionari) e dove viene assicurata la corretta esecuzione dei contratti stessi. Con la clearing house si ha una maggiore standardizzazione dei contratti e ne viene garantita la solvenza, giacché ogni contratto viene ceduto alla cassa di compensazione e garanzia che si interpone tra compratore e venditore. A questa cassa aderiscono gli intermediari ai quali gli investitori si rivolgono per la compravendita dei titoli o derivati, cioè le banche, le SIM ed i brokers. Ogni aderente è obbligato a depositare presso la clearing house una somma di denaro a titolo di garanzia, chiamato "margine di garanzia", che viene accreditato in un apposito conto presso la stessa clearing house.